GARAGE CINGHIALE A GAS: DIVERTITECNICA IN FORMATO A112 • ilTornante.it - ​​Rally, Cronoscalate, Pista, Motorsport a 360°

2022-09-02 22:43:15 By : Ms. yen liang

Come dogma il divertimento, come icona Ale Polini e come target le compatte vintage da monellizzare a dovere. Dopo la 126 presentata col compianto Ema Motorsport, scopriamo in esclusiva la nuova belvetta per il CIVM. 

Lui, il pilota, è Alessandro Gualtieri, laureato in ingegneria del veicolo all’università di Modena e consulente stabile di marchi automobilistici italiani di primissima grandezza. L’altro è Francesco Fabbri, dipendente di una grande e nota multinazionale. Insieme dividono meriti ed oneri della nascita e della crescita del Gas Boar Garage, factory artigianale nella quale si concepiscono e costruiscono auto da corsa con l’aiuto di altri preziosi amici, genuini smanettoni anche loro. 

La loro first lady è stata una grintosa 126, con la quale partecipano al campionato slalom MSP battendosi nella categoria Sport, equivalente del gruppo S pay di Aci Sport. 

Nel recente slalom fra Predappio e Rocca delle Caminate Gualtieri ha centrato un lusinghiero secondo posto di classe, ultimo di una serie di vittorie di divisione colte da quando debuttò la macchina due anni fa, mentre sei anni addietro iniziò la gestazione, partendo da una scocca nuda di 126 Bis. La loro bianca bicilindrica da combattimento non è una libellula, causa il peso di 608 kg contro i 540 ammessi, ma la necessità prioritaria di contenere i costi impose al tempo l’adozione di soluzioni non troppo estreme e quindi costose. 

Perché ok, la passione è forte, ma i denari a disposizione per darle forma non sono purtroppo tanti. 

L’assetto della 126 prevede un Push Rod all’avantreno con   triangoli sovrapposti ed ammortizzatori Oram tarati dalla RD Suspension. La scatola sterzo diretta è di derivazione Porsche, mentre alla voce freni troviamo due pompe Wilwood 070 e 065 con ripartitore dello stesso brand. 

I dischi autoventilanti e baffati e le pinze portano la firma della Tar Ox, annoverano 6 pompanti e sono mutuati da una monoposto Formula, ma presto cederanno il posto a dei dischi piccoli e pieni, più leggeri ed adatti alle esigenze degli slalom. Anche i cerchi monodado rispondono al cliché della massima snellezza e performance. Come sistema di cambio al volante, la scelta è caduta sul nuovo sistema ad aria Vac Robotic Evo22, il cui peso ridotto si attesta sui 2,5 chili complessivi. Non poteva ovviamente mancare il differenziale, in questo caso il celebre Torsen. La carrozzeria in vetroresina è realizzata da Francesco Fabbri. 

Dopo questa First Lady con cui si sono messi alla prova in sei anni intensi ed appassionati, ora i ragazzi del Gas Boar Garage sono ad un avanzato stadio di costruzione della loro race car numero 2, derivata da un’altra popolare compatta di mezzo secolo fa come la A112, che vuole essere un evoluzione più raffinata ed evoluta della primogenita di casa, la 126, la quale potrebbe anche essere venduta per disporre di un maggiore budget da dedicare allo sviluppo della nuova macchina. 

La carrozzeria della A112 è realizzata in fibra di carbonio (la 126 era in vetroresina) ottenuta con la tecnica dell’infusione, più semplice ed economica ed altrettanto robusta della cottura in autoclave, per quanto afferente agli spessori super ridotti come quelli dei pannelli esterni. 

Allo stato attuale sono in preparazione gli stampi. 

Questa seconda da race car sta nascendo attorno ad un 4 cilindri Hayabusa da 1289 cc, la versione primordiale e meno potente del leggendario motore della casa di Hamamatsu, un propulsore robusto e versatile come nessun altro nel campo delle protobike. 

Il radiatore deriva da quello della Scirocco MK2, particolarmente basso e largo e quindi adatto alla sagoma della vettura. 

Anche in questo caso il contenimento dei costi ha suggerito (per ora) l’adozione del cuore nipponico in configurazione stock, affidando la sua vitaminizzazione alla probabile mappatura di una centralina elettronica EFI-2 (in valutazione) e ad uno scarico autorealizzato in acciaio inox spesso 12 mm, già calcolato da Gualtieri nelle volumetrie. 

L’airbox di serie è stato leggermente modificato ed attinge aria dalle fiancate con canalizzazioni dedicate. Come è arcinoto questo milletre’ può essere declinato anche in versione 1340 o 1398 cc, con un notevole salto in avanti in termini di coppia e potenza, a fronte però di un investimento economico non trascurabile. Gare facendo, si vedrà. 

Il telaio avvolto dalla veste full Carbon e’ un classico traliccio in acciaio in tubi quadri e tondi, calcolato e realizzato in casa rispettando le sezioni ammesse dalla fiche tecnica Aci Sport per le centine e per gli altri tubi e pesa circa 73 kg. 

Allo studio c’è un crash box per la zona frontale simile a quello imposto sulle vetture sport, del tipo a sgranamento, che probabilmente potrebbe essere sostenuto e vincolato nella sua zona posteriore da una robusta crociera di tubi che funga anche da elemento anti-intrusivo nel cockpit. Una soluzione questa, in corso di valutazione, mentre è già stata deliberata l’adozione del piantone telescopico ad assorbimento d’urto della Gloria. I brancardi della cellula abitativa originale in lamiera, imbullonata e saldata al telaio, sono stati parzialmente tagliati e staccano una verticale massima di 101 cm. 

I mozzi in Ergal della A112 sono stati ottenuti per estrazione e segnano il diverso approccio tecnico rispetto alla 126, proteso ad una maggiore ricercatezza dell’insieme ed al contenimento dei pesi a 500 kg, per poi applicare 30 kg di elementi di zavorra secondo necessità imposte dai vari campionati e dalle diverse discipline, con tanto di slitte sul pianale per posizionarli ove serva. 

La compatta e leggera batteria al litio è della Odissey ed i cerchi dei monodado con attacco Formula 3, mentre i freni sono dei Tar-Ox con 6 pompanti e dischi da 240 mm pieni, di derivazione Gloria. Confermatissimo anche per la A112 il sistema di cambio ad aria elettropneumatico della Vac Robotic, modello Evo22. La scatola dello sterzo è quella di un kart cross, prescelta perché di ridottissime dimensioni, mente il differenziale deriva in questo caso da un’ Opel Astra OPC, con piattelli e rampe appositamente adattati. 

Molto raffinato lo schema sospensivo, che prevede degli elementi Quantum con triangoli sovrapposti di acciaio CRM4 ed il sistema Push Rod sui due assi. Oltre alla sofisticazione delle soluzioni scelte per l’assetto, si confida anche nei 20 cm aggiuntivi di passo della A112 rispetto alla 126, differenza che dovrebbe mitigare l’effetto dinamico dell’ avvitamento. 

L’intero equipaggiamento di sicurezza è firmato dalla Sparco. 

Se lo story board sarà confermato, a maggio del 2023 si vorrebbe partecipare alla prima gara. Le due salite più attese ed agognate in cui vorrebbero essere al via sono il Nevegal e la Trento-Bondone, più vicine anche geograficamente alla zona di residenza dei ragazzi. Gualtieri non ama affatto la pista ma predilige assolutamente la salita per quella dose di improvvisazione alla guida che richiede questa specialità. 

Il roster del Gas Boar Garage è formato in primis dai fondatori Alessandro Gualtieri che è pilota, progettista, saldatore del telaio e collaudatore e Francesco Fabbri che è principalmente il bravissimo carrozziere modellatore ed abile tecnico di montaggio. Davide Colombi è invece il creativo designer della carrozzeria. 

Altri appassionati e preziosi membri sono Alessandro Scalizzi, Simone Barbi, Andrea Bronzo Campanile e Daniele Fabbri. 

Per lo skyline della A112 si è applicato un concept aerodinamico di base, così da conferirle un migliore comportamento specialmente nelle salite più veloci: splitter anteriore pronunciato ed ampio, minigonne calibrate per “cucire”   e accelerare il flusso verso l’estrattore, vani dei fari anteriori utilizzati come canali di raffreddamento per i freni anteriori e la chicca dello scavo nel cofano, l’air dust, prezioso per aumentare la direzionalita’ della vettura. Lo sterzo è invece dotato del classico sistema elettrico di assistenza City, derivato da una Fiat Seicento. 

Quanto alle gomme, il Gas Boar Garage ha sempre adottato le inglesi AVON, commercializzate in esclusiva in Italia dall’AutoSport Sorrento.

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